Progetto Accoglienza
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La parrocchia di Castiglione
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Si prepara insieme la cena
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Presentazione
“Fratelli, l’amore fraterno resti saldo. Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, senza saperlo hanno accolto degli angeli” (Eb 13,1).
Il Progetto Accoglienza, con sede nella Canonica di Castiglione, è nato e vive per l’impegno delle quattro parrocchie dell’Unità Pastorale: San Michele, Madonna di Campagna, Beato Carlo Steeb e Castiglione.
I passi compiuti
È partito nell’ottobre del 2015, in accordo con la Caritas diocesana. All’inizio si è trattato dell’accoglienza di tre persone senza fissa dimora per l’emergenza freddo e doveva durare per i soli mesi invernali. Le famiglie disponibili a cucinare e a cenare insieme ai tre ospiti sono state una quarantina.
Nella primavera del 2016 l’accoglienza si è allargata ai richiedenti asilo, in collaborazione con l’Ostello della Gioventù.
Questo ha comportato un cambiamento degli obiettivi e dei metodi: dall’emergenza freddo all’offerta di un percorso di autonomia che passa attraverso la conoscenza della lingua italiana, alla frequenza di corsi scolastici, alla possibilità di lavorare e di cercare un lavoro stabile, fino alla gestione autonoma in una propria abitazione.
Per questo sono stati potenziati gli aspetti della relazione e dell’inserimento degli ospiti in un ambiente comunitario, familiare e sereno: si è passati così dall’accoglienza notturna ad una residenza stabile, dal portare sempre la cena da casa al fare insieme la cena alcuni giorni della settimana; contestualmente sono state incoraggiate le forme di autonomia sia nella gestione di sé e della casa, sia negli impegni di studio e di lavoro. Per questo nello stesso periodo ha preso avvio anche il Progetto dell’orto solidale (vedi qui).
L’orto solidale
Coinvolge richiedenti asilo in numero maggiore rispetto a quelli ospitati in parrocchia, per cui è svolto in collaborazione con più strutture di accoglienza. Per garantire la possibilità di far parte del progetto sono stati effettuati dei turni di lavoro. Ai giovani è data la possibilità di seguire tutte le fasi di produzione: preparazione del terreno, semina, cura delle piantine, raccolta dei prodotti. Tutti si sono progressivamente inseriti nel progetto e, nel tempo, è cresciuta la capacità di integrazione con i volontari che aiutano a curare l’orto e a preparare le cassette di verdura per le famiglie che aderiscono al progetto, che attualmente sono una cinquantina. Tale proposta è aperta anche a nuove famiglie che volessero aderire.
Nelle riunioni periodiche di verifica sono emersi molti aspetti positivi: l’utilizzo solidale di un terreno per una coltivazione “biologica” (non trattata), la promozione del consumo solidale di prodotti stagionali a kilometro zero, il coinvolgimento di tante famiglie, la possibilità per i richiedenti asilo di percepire un piccolo rimborso spese e, soprattutto, di sentirsi parte di una comunità al di là delle differenze di razza, lingua e religione. È importante anche il fatto di poter offrire gli ortaggi, ai campi-scuola, agli Istituti religiosi, ad altre comunità che si occupano dell’ospitalità di chi è in difficoltà.
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L’orto solidale
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La pulizia della verdura
Chi ospitiamo
Le presenze fino ad settembre 2017
Fino a settembre 2017, e quindi in due anni, sono stati ospitati nella Canonica di Castiglione cinque persone senza fissa dimora e quattro richiedenti asilo, due dei quali a giugno di quest’anno hanno conseguito il diploma di licenza media. Gli uni e gli altri vivono ora in abitazione propria, in più casi condivisa con amici, e con reddito autonomo derivante da lavoro e in un caso da pensione.
Il progetto orto ha incontrato invece una quindicina di giovani richiedenti asilo.
La situazione attuale
Attualmente nella Canonica di Castiglione ci sono cinque presenze: quattro richiedenti asilo, tre provenienti dal Mali e uno dal Senegal, e una persona senza fissa dimora, accolta in accordo con l’associazione “Il Samaritano”.
Tre volte alla settimana una famiglia offre la cena, preparandola e cenando insieme agli ospiti. Le famiglie impegnate a turno in questo sevizio sono circa una ventina. Gli altri pasti sono gestiti autonomamente.
Gli ospiti provvedono alle pulizie e a tutti gli altri servizi. Periodicamente però, assieme a loro, un gruppo di volontarie provvede alle pulizie generali.
I quattro giovani africani sono impegnati nell’orto. In autunno hanno lavorato anche nella raccolta delle mele e dell’uva.
Insieme al lavoro, un accompagnamento importante è anche quello scolastico: imparare bene l’italiano è parte fondamentale del progetto. Un giovane è iscritto al corso per il conseguimento della licenza di terza media, due sono iscritti al corso per l’acquisizione del certificato di italiano A1, il quarto è in attesa di essere ammesso al corso di alfabetizzazione di italiano A0. Tutti comunque partecipano al doposcuola di sostegno e di rinforzo, diversificato per livelli, gestito da un gruppo di volontari di cui fanno parte anche due ragazze e due ragazzi di età compresa tra l’ultimo anno delle superiori e il primo anno di Università.
Economicamente
All’inizio del progetto una iniziativa teatrale promossa nel teatro di S.Michele ha permesso di creare una piccola cassa per le varie spese. I Centri di Ascolto forniscono regolarmente alcuni alimenti per la cucina. Si è fatta anche una raccolta “viveri e di materiale di pulizie “mirata” in un supermercato, che verrà riproposta all’inizio del prossimo anno. Le persone senza fissa dimora e i giovani africani che sono in Italia da più tempo o che hanno avuto il riconoscimento di rifugiati, non avendo alcun aiuto da parte dello Stato, sono a carico del Progetto, e danno un piccolo contributo mensile diversificato a seconda delle loro possibilità. Per gli altri richiedenti asilo, il progetto riceve dall’ente (per noi è l’Ostello della Gioventù) che li ha accolti, un rimborso spese.
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Una cena in canonica: (da destra) Mamadou, Alessandro, Alpha, Ombretta, Don Orazio, Paolo, Giuseppe e Kolibà.
Alcune considerazioni
Il più grande desiderio degli ospiti è quello di avere i documenti in regola, trovare un lavoro stabile e raggiungere l’autonomia. Si dichiarano molto soddisfatti del lavoro nell’orto, per il quale ricevono un adeguato contributo.
Tanti volontari delle quattro parrocchie sono impegnati: chi coordina tutto il progetto; chi aiuta nelle varie e diverse situazioni di bisogno; chi dà una mano per le pulizie e per la gestione della cucina; chi prepara e condivide la cena; chi affianca gli ospiti nella progettazione e nella coltivazione dell’orto, prepara e consegna le cassette di verdura e segue la contabilità; chi aiuta nell’apprendimento della lingua italiana.
La presenza delle famiglie per tre sere a settimana non è solo il preparare la cena ma, soprattutto, è il condividere alcuni momenti assieme. Cenare con gli ospiti è davvero un’esperienza arricchente, che fa crescere come persone e come cristiani.
Gli ospiti sono contenti di come sono stati accolti e seguiti da tutti i volontari. Con coloro che sono usciti si è mantenuta la relazione di amicizia e di appoggio.
In particolare ci sarebbe bisogno di altre persone per il progetto dell’orto solidale e di altre famiglie per la preparazione e la condivisione della cena.
Stimolata da questo progetto la parrocchia di S.Michele ha messo a disposizione della Caritas Diocesana e nello specifico dell’Associazione “Il Samaritano” un appartamento.
Attualmente sono ospitati quattro ragazzi nigeriani richiedenti asilo. Si è formata una piccola equipe con rappresentanti delle quattro parrocchie coordinata da un operatore del Samaritano. Due dei ragazzi, stanno lavorando nell’orto. Tutti stanno studiando. La rete comunitaria costruita attorno a loro, sta permettendo un rinforzo scolastico, un aiuto nella ricerca lavoro e a di altre attività utili ai giovani richiedenti asilo.
Sia i giovani che sono ospitati a Castiglione che quelli ospitati a S.Michele, in varie occasioni hanno offerto il loro contributo per lavori socialmente utili e collaborato con iniziative promosse dalle varie parrocchie.
L’ Accoglienza è una realtà anche impegnativa, ma certamente positiva, vivace e serena: è condividere il pane della solidarietà, è un modo per creare un mondo migliore.
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da Castiglione.com
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