RIFLESSIONE SU QUESTO MOMENTO STORICO PARTICOLARE

Questa mattina mi sono chiesto come vivere il momento presente, questa situazione che per molti sta diventando pesante, difficile, faticosa. Cosa ci preoccupa di quello che sta succedendo? Quali le fatiche?
Mi sono chiesto cosa ci viene chiesto come cristiani, cosa ci chiede il nostro Dio Padre, qual è il modo cristiano di vivere un momento di difficoltà e disagio come questo.

Ho fatto questa domanda alla Parola.
Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole.È il pensare di fare pressione a Dio con la lunghezza delle parole, della recita di preghiere.
Non si tratta di moltiplicare le preghiere, le parole, ma di pregare, di metterci più in ascolto di Lui. Non dobbiamo convincere Dio che siamo in difficoltà, questo lo sa, anche se lascia che noi gli raccontiamo le nostre sofferenze, ciò che ci preoccupa, come noi vediamo le cose. La preghiera ci aiuta a non cadere in alcune scorciatoie, a non lasciarci condurre dal maligno, dal tentatore, a non leggere la situazione in modo sbagliato, a non cercare soluzioni sbagliate.

Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
È un tempo per rinnovare la nostra fiducia in Dio, per sentire ancora di più il suo amore, la sua protezione.

Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli,
È un momento, questo, da vivere come fratelli e sorelle, figli e figlie di uno stesso Padre.
Ci viene chiesto di non chiuderci, preoccupati unicamente di noi stessi e dei nostri! (Chi sono i nostri?).
Non chiudiamoci alle sofferenze degli altri, incapaci di guardare oltre, di vedere oltre, tutti concentrati sul corona virus. Chiediamo al Signore che non ci lasci chiudere in noi stessi.
Attenzione comunque a chi più soffre.
La situazione di chi scappa dalla morte in Siria, dalla Turchia, di chi arriva in Grecia per poi entrare in Europa è una ecatombe umanitaria. Questa situazione, messa di fronte ai nostri problemi del corona virus, cosa ci dice?
Questo è il momento per leggere, informarci e pregare per le gravi situazioni umanitarie come quella del popolo siriano.
C’è un eccesso di informazione su ciò che sta capitando da noi, ma anche noi non facciamo che parlare di questo. Tutto il resto quanto ci interessa?
In questo momento potremmo sentirci più in comunione con tantissimi cristiani, che in tante parti del mondo hanno la possibilità di partecipare all’ eucarestia solo poche volte l’anno. Potremmo capire e renderci conto di quanto siamo fortunati, e di quale grande responsabilità abbiamo. Una preghiera di ringraziamento per questo.
Senza la Santa Messa, l’Eucarestia, in questa quaresima potremmo verificare, e quindi cambiare, se per caso il nostro essere cristiani si ferma-riduce alla messa.
Facciamoci il regalo di rafforzare la preghiera, il digiuno, la carità.
Protetti, consolati da un Dio che ci è Padre, anche in questo momento possiamo testimoniare con forza la nostra fede.

Ci tenevo a raggiungervi con questa riflessione che vuole essere un semplice aiuto per il nostro cammino, come discepoli e discepole e come comunità dietro a Gesù, oggi.

don Orazio